lunedì 1 ottobre 2012

Oceano Mare, 5/5




 Il mare. Il mare come vita, come forza, come una delle più affascinanti meraviglie della natura. L'oceano mare infinito. Ed il mare come morte, come un mostro nemico dell'uomo, che distrugge e disperde vite.
E' questo che ci presenta Baricco: il mare.
Descritto in ogni sua sfumatura, esso viene considerato come il punto d'incontro e, forse, d'arrivo di ogni personaggio. Perchè è lì che si recano i protagonisti del racconto, sul mare. E' nella vecchia locanda Almayer che si intrecciano le loro vite: chi per scappare dalla realtà, chi per guarire, chi per trovare la fine delle cose, è lì che si recano tutti, sul mare.
Spazio e tempo sono indefiniti e la presenza del mare sembra porre la locanda in una dimensione quasi eterea ed immobile. I giorni passano ma nulla si muove e la vita trascorre tranquilla ed intoccata su quella spiaggia che è come un limbo. I personaggi vivono nella ricerca di sé e di quel qualcosa che forse non troveranno mai. Baricco in questo suo libro non ci spiega, non ci dice nulla ma semplicemente, racconta. Racconta del mare e dei sogni, ma soprattutto racconta della vita, di quanto essa sia dura ed imprevedibile e dolce e sacra nel momento in cui la si riscopre.
Nonostante lo stile particolare ed a volte pedante, così tipico di Baricco, il libro è un viaggio emozionante, che lascerà confusi e meravigliati dinanzi alla bellezza di questo Oceano Mare infinito. 
Assolutamente consigliato.

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