sabato 15 dicembre 2012

Gli occhi del mare

Una delle cose che più amo al mondo è il mare d'inverno. Non c'è mai nessuno, una lingua di spiaggia lambita dalle onde leggere, il confine tra mare e terra sul quale far viaggiare liberi i pensieri, lasciandosi accarezzare dal vento freddo.
Il confine del mondo.
In un suo libro Baricco parlava dell'Oceano Mare infinito, che aveva il potere di donare la vita e poi, crudelmente, di strapparla a noi povere mortali. L'Oceano Mare infinito, rifugio per i relitti delle nostre anime, purificazione e dannazione insieme. E Baricco parlava anche degli occhi del mare, impossibili da trovare eppure necessari per ricominciare a vivere.
Il problema è, cosa si fa quando si trovano quegli occhi? Si ha davvero il coraggio di ricominciare a vivere?
Perchè il fatto è che ci sono occhi che ti divorano. Ci sono occhi sinceri, limpidi, folli che riescono a penetrarti dentro, a strisciare sotto la pelle e lacerare le barriere dell'anima. E quando l'anima è scoperta, spogliata della sua armatura, sanguina. 
Ci sono occhi che ti aprono un abisso dentro, ma spesso abbiamo paura di lasciarci cadere in quell'abisso e allora rimaniamo in bilico sul bordo. Sul confine. Guardiamo in basso, terrorizzati di quello che potremmo trovare in fondo a quel buco scuro, incapaci di vedere la luce. Incapaci di non provare paura, che è il male peggiore. Ci ammaliamo per la troppa paura... o, a volte, per il troppo amore.
Ma se la malattia fosse anche la medicina? 


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